Il territorio Materano è ricco di testimonianze preistoriche, tanto da risultare uno dei più importanti dell’Italia Meridionale. Molte le zone di interesse archeologico ricadenti nell’area del Parco della Murgia Materana.
Numerosi sono i giacimenti di superficie ascrivibili al paleolitico inferiore-medio, distribuiti lungo i terrazzi di origine fluvio-lacustre, da cui provengono manufatti riconducibili all’acheuleano avoluto. Questi siti hanno restituito bifacciali e prodotti su scheggia di tecnica protelevalloisiana e levalloiso-musteriana, solitamente fluitati, più raramente di aspetto fresco.
Scarse le testimonianze del Paleolitico superiore, probabilmente più per carenza di ricerche specifiche che per assenza di giacimenti.
Tra le stazioni di superficie di maggior rilievo si ricordano: masseria Porcari, in contrada Serra Rifusa, Palombaro dell’Annunziata, in località Selva, Trottolini, vicino la masseria Leone, lungo la gravina di Picciano, Pietrapenta e S. Martino , sempre lungo la gravina di Picciano, masseria Petito, sulla sponda destra del Bradano, in agro di Miglionico, S. Lucia, presso la masseria S. Lucia di Generone, sulla sponda sinistra del Bradano, Cozzica, sul pianoro destro della gravine di Matera, Murgia S. Andrea, in agro di Montescaglioso, Lucignano e Serra Monsignore, in località Selva.
Vari manufatti litici, fra cui bulini, punte e grattatoi, provengono dai depositi archeologici del noto ed importante sito rupestre Grotta dei Pipistrelli e dalla sottostante Grotta Funeraria. Attualmente, relitti del Mesolitico non sono noti nel materano.
Anche per questo delicato momento di passaggio dall’economia di caccia e raccolta del Paleolitico a quella di produzione del Neolitico, la mancanza di informazioni potrebbe essere attribuita ai limiti della ricerca.
Il Neolitico è ben documentato da abbondanti materiali rinvenuti in numerosi insediamenti che ne attestano quasi tutta l’estensione cronologica, dalla ceramica impressa (del secondo aspetto) a quello dello stile di Diana.
Fra i vari abitati del materano sono da ricordare S. Martino, le Matinelle, a nord-ovest della città, S. Candida, a nord Trasano, sulla murgia, verso Laterza e poi i rinomati villaggi "trincerati" cinti da imponenti fossati, prova tangibile della grande coesione sociale delle genti neolitiche e della loro elevata organizzazione nel lavoro. Di questi ultimi ne sono stati localizzati tre a Serra d’Alto, uno a Murgecchia, uno a Murgia Timone, tre a Trasanello e tre a Tirlecchia. Sovente sulle stesse aree di distribuzione dei villaggi neolitici insistono necropoli e abitati dell’età del Bronzo e del Ferro. E’ il caso di S. Martino-Pietrapenta, Murgecchia, Murgia Timone, Trasano, Trasanello e Tirlecchia.
Monumenti sepolcrali, o capanne, della prima età dei metalli sono stati scavati dal Ridola a Serra Monsignore e a Lamaquacchiola.
L’età del Bronzo è documentata da sepolcri collettivi, a grotticella artificiale o naturale, lungo la gravina di Picciano (Pietrapenta-S. Martino) in un buon numero delle località già citate per le evidenze del periodo neolitico, nonché in contrada Cappuccini, S. Francesco a Chiancalata e Cozzica. Il momento finale dell’età del Bronzo, caratterizzato dal rito funebre della cremazione, è testimoniato dalla necropoli a incinerazione di Timmari-fondo Coretti dove agli inizi del Novecento, Domenico Ridola e Quintino Quagliati recuperarono circa trecento urne cinerarie. All’età del Bronzo è da ricondurre l’utilizzazione di numerose grotte naturali come la Grotte dei Pipistrelli , Grotta "Funeraria", Grotta La Monaca, Grotta dell’Acino del Finocchio, Grotta del Giardino del Monaco, Grotta del Tavuto, Grotta dell’Istrice, Grotta del Forterizzo ed altre.
Materiali dell’età del Bronzo (civiltà Appenninica) sono venuti alla luce anche in varie zone dell’area urbana di Matera: Piazza S. Francesco-Banca d’Italia, Gradoni Duomo, S. Nicola dei Greci, Recinto Campanile, S. Lucia di Porta Pistola, Ospedale Cecchio-Pianelle, S. Lucia alle Malve.
Alcuni cinerari del Bronzo finale provengono da contrade della Civita (Porta Pistola e Ospedale Vecchio) e sulla collina del Castello.
Fra le manifestazioni più rilevanti che caratterizzano l’età del Ferro vi sono vaste necropoli di tombe a tumulo, collocate principalmente sull’altopiano murgico. Le più estese sono quelle di Murgecchia, Murgia Timone e Trasano, altre sono ubicate a Trasanello, a Tirlecchia, a Due Gravine, a Chattamura e presso la masseria del Cristo.
La maggior parte dei siti citati è stata archeologicamente indagata da Domenico Ridola ormai un secolo fa.
Scopo dell’Ente Parco della Murgia è anche quello di incoraggiare la ripresa degli studi e favorire la conservazione e la fruizione di questo prezioso patrimonio culturale collettivo.